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Strani giorni

Viviamo strani giorni. Un segnale ci viene dalle parole. Da come le usiamo. Prendiamo ad esempio “icona”. Ci giunge dal greco antico. Letteralmente significa “immagine”. Ebbene, da buon vecchio sostantivo quale è sempre stata, le abbiamo fatto fare carriera trasformandola in aggettivo. E così, da “immagine sacra dell’arte bizantina”, icona è diventata l’attribuzione riservata a personaggi dello star system e a banali oggetti di consumo. Al punto che persino un’acconciatura di capelli, la forma di un cioccolatino e il packaging degli hamburger sono definiti “iconici”.

Intendiamoci, le “icone” e gli oggetti “iconici” sono sempre esistiti: gli esseri umani hanno sempre avuto bisogno di miti e di leggende. Il problema, come sempre, sta nella qualità e soprattutto nella quantità: affinché siano tali, le icone devono necessariamente essere rare come i dipinti di Vermeer. Purtroppo, come ben sappiano, la malattia dei “nostri strani giorni” è di natura inflattiva. Concludiamo con il quesito delle cento pistole, come direbbero i Tre Moschettieri che erano quattro ma pazienza: quali sono le prime tre icone del design che vi vengono in mente?