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Senza storia non c’è impresa

Questa è la storia di un catalogo.Che in verità non è solo un catalogo, bensì la trasposizione visiva di un’idea innovativa. Qualcosa che riguarda il presente ma anche (e soprattutto) il futuro delle città più dinamiche e più vitali del pianeta. Insomma, una storia di trasformazione.

Il tema della metamorfosi, della trasformazione di un essere in un altro di natura e forma differente, è all’origine di miti e leggende divenute nel tempo parte ineludibile della cultura occidentale. Basti pensare a come gli incantesimi di Circe, la mutazione di Dafne o i camuffamenti seduttivi di Zeus, per citare i più noti episodi della mitologia greco-romana, hanno nutrito l’immenso catalogo dell’arte barocca.

Tuttavia, se ieri la metamorfosi avveniva per volontà degli dèi, oggi è la fantascienza a sfornare a cadenza industriale transformer, mutanti e cangianti super-eroi dai super poteri.

La ragione? Gli esseri umani si nutrono di storie. Siamo diventati umani perché abbiamo iniziato a raccontare storie, e da allora non abbiamo più smesso. È davvero il caso di dire che senza storia non c’è impresa.

Una storia di trasformazione

Le storie di trasformazione non sono però appannaggio esclusivo della mitologia e della fantascienza. A volte accade che il “genio del fare” – quella particolare forma di sapienza creativa che sa pensare qualcosa che nessuno aveva pensato prima – inventi (letteralmente) un oggetto che diventa un altro pur restando sé stesso.

È quello che è accaduto a Carugo nell’ormai lontano 1963, quando Clei inizia l’avventura che l’avrebbe portata a diventare riferimento internazionale nel mercato dei mobili trasformabili.

Un’idea semplice quanto geniale: moltiplicare lo spazio delle abitazioni grazie a mobili multifunzionali. Qualcosa che si trasforma diventando qualcos’altro per poi tornare ad essere quello che era.

 

Anniversari

Quest’anno Clei ha tagliato il traguardo delle sessantesime presenze consecutive al Salone del Mobile. Dal 1964 ad oggi non ha saltato un solo appuntamento. Un anniversario che è stato celebrato presentando “Making Room”, il nuovo programma di arredo che utilizzando sistemi trasformabili multifunzionali dilata gli spazi degli ambienti domestici.

 

Il mestiere delle armi

La nostra arma è la comunicazione visiva. Il suo compito è dare consistenza fisica a un’idea, un concetto, un’astrazione, attraverso l’impiego di una o più immagini.

È quello che tutte le aziende si aspettano da noi, e Clei in modo particolare. Questo perché l’impresa di Carugo vende un concetto prim’ancora che un prodotto. Perché i suoi prodotti rendono tangibile un’idea di vita metropolitana che riscuote riconoscimenti e successo proprio nelle città più dinamiche del pianeta. Ovvero, dove gli spazi abitativi diventano sempre più ambiti e contesi, chi sa moltiplicarli trasforma un problema in opportunità.

 

La nuova normalità

Abbiamo cercato di comunicare questo concetto per molti aspetti rivoluzionario attraverso il racconto visivo di come il mobile trasformabile muti lo spazio e insieme ad esso anche la natura dell’abitazione, lasciando all’intelligenza e alla fantasia del lettore il compito di immaginare le conseguenze economiche e sociali che la “rivoluzione culturale” di Clei presuppone.

Come sempre accade quando le rivoluzioni hanno successo: in un breve lasso di tempo i valori che esprimono diventano cultura condivisa, ovvero la “nuova normalità”. Accade quando qualcuno inventa qualcosa che prima non c’era, e ora che c’è ci sembra ci sia stata da sempre. Proprio ciò che accade nel racconto del mito quando il mondo era soggetto al volere degli dèi. Odisseo, che fra tutti gli eroi era il più dotato d’ingegno, non ne sarebbe sorpreso.